OSCAR LUIGI SCALFARO

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OSCAR LUIGI SCALFARO
OSCAR LUIGI SCALFARO, az Olasz Köztársaság elnöke (olasz nyelven): Az Országos Fordító és Fordításhitelesítő Iroda Rt. által hitelesített olasz nyelvű szöveg.
l'Assemblea, a Lei, signor Presidente della Repubblica, a tutti loro signori parlamentari di questa Assemblea Nazionale.
Un saluto particolarmente devoto, in certo senso commosso, perchč Voi rappresentate coloro che sono stati scelti dal popolo per rappresentarlo. Avete avuto l'investitura della sovranitŕ popolare che con il voto si č riversata dentro di Voi perchč l'assu- miate e ne rispondiate davanti al popolo stesso.
Riporto il saluto dell'Italia, del popolo italiano, il saluto di amicizia, di grande amicizia che ha una lunga storia, la quale ha le radici sopratutto in una comunione culturale particolarmente ricca che rappresenta, in certo senso, l'anima, la forza di quest'amicizia.
Vi porto il saluto di grande amicizia che si esprime in una solidarietŕ politica del sentirci insieme in questo Centro-Europa che vuol essere, in certo senso, il cuore della Comunitŕ Europea.
Rinnovando l'impegno dell'Italia di essere totalmente a fianco dell'Ungheria per accompagnarla affinchč sia a pieno titolo parte viva di quest'Europa, com'č giŕ parte viva della sua storia, della sua cultura, della sua civiltŕ.
Riteniamo che grand'importanza abbia questo popolo per la sua posizione geografica, per la sua tradizione, e che possa rappresentare un esempio particolare perchč se l'Italia ha dei problemi di minoranze, che la saggezza di De Gasperi, che saggezza piú recente, impegno attuale di governo, hanno portato a posizione di rispetto reciproco, di grande presa di coscenza, di tradizione, di civiltŕ, di storia di gruppi minoritari, Voi in sette-otto paesi avete presenza, anche vorrei dire solenne, di Vostro popolo, di Vostra lingua, di Vostra storia, di Vostra civiltŕ, di Vostra cultura. E altrettanto ricevete da questi popoli presenza nella Vostra casa.
L'accordo, che il Parlamento, che l'Assemblea Nazionale ha votato ieri con la Romania, č un esempio che io guardo con grande ammirazione, e se mi permettono, con grande compiacimento.
Ho detto che porto il saluto dell'amicizia del popolo italiano. Piú modestamente, piú semplicemente con questo desiderio di esprimere la mia amicizia. Se mi consentite vorrei dirVi cari colleghi, perchč per quarantasei anni sono stato parlamentare nella Camera dei deputati italiani, cioč la maggior parte della mia vita. Perchč l'avventura della mia vita, mi ha portato giovanissimo a far parte dell'Assemblea costituente, quella che ha scritto la carta costituzionale della mia patria, sulla quale io ho giurato nel 1992 fedeltŕ nel momento in cui sono stato eletto capo dello Stato. Credo di conoscere quali sono i sentimenti, le trepidazioni, le preoccupazioni della vita, di chi rappresenta il popolo. In questo senso il mio saluto vuol essere piú umano, se me lo consentite, piú vicino a Voi, per questo ho detto di collega.
Voi qui rappresentate il Vostro popolo, rappresentate in modo particolare quella parte del popolo che ha maggiormente bisogno, che deve rappresentare in certo senso quello che č destinatario delle maggiori preoccupazioni, perchč č una legge naturale che in una famiglia dove ci sia solidarietŕ e amore, ci sia un'attenzione particolare per quei componenti che sono meno forti, meno capaci, meno idonei a difen- dersi da soli, meno idonei se passi una strada. Cosí č logico, cosí č giusto, cosí č doveroso che un' as- semblea sente in modo particolare la solidarietŕ per quella parte di popolo che si attende dall'assemblea una protezione, una difesa, una tutela.
In molte volte si attende che i diritti che sono scritti, che sono proclamati, diventino vita attiva. Voi qui, con le elezioni che hanno ridato la democrazia alla Vostra patria, con quelli di Voi che hanno pagato questa libertŕ in vario modo, Voi qui avete il compito della fedeltŕ della Vostra costituzione, di tutela e realizzazione dei diritti della gente.
Ogni ungherese ha diritto di sentirsi rappresentato qui dentro, che qui dentro ci sono cittadini che pensano a lui, che sanno i suoi affanni, le sue attese, che sanno quali sono le promesse che devono essere mantenute, qui la difesa dell'indipendenza, dell'unitŕ del Vostro paese. Qui, quella che ho giŕ citato, l'attenta č vigile, ripeto l'attento č vigile rispetto delle minoranze. Qui anche Voi come da noi, tante volte penso che discuterete il problema umano del lavoro, la grande sofferenza della disoccupazione che tormenta il mondo della sottoccupazione, che a volte tocca temi di povertŕ.
Qui, mi assolvete se dico, che Vi auguro di avere qui dentro il tormento, almeno non giŕ di presumere di risolvere tutti i problemi, ma di poter dire ogni sera che si č fatto di tutto, sopratutto per coloro che soffrono per dei diritti ancora non affermati. Ho parlato di questo formidabile diritto naturale al lavoro. La nostra costituzione, art. 1, dice che l'Italia č una repubblica fondata sul lavoro, e quando dei cittadini da noi, nella sofferenza della disoccupazione, nella preoccupazione dei giovani che non vedono dinnanzi a sč un avvenire, che temono anche avendo studiato di non farcela, almeno quello di poter dire, a cominciar dal Capo dello Stato, penso di avercela messa tutta, e poi accetto il limite a non essere capace a risolvere ogni problema, ma di avercela messa tutta, č il grande impegno dei rappresentanti del popolo, il grande impegno della coscenza.
Qui Voi approvate e discutete le grandi linee di politiche, e se č un conforto io ancora una volta, come ho avuto ogni volta, che ho avuto l'onore di incontrare il Vostro presidente, č quello di trovare una totale assonanza di diagnosi politica, di visione politica, di esame della situazione.
Abbiamo dei mali che ancora ci sono nel mondo e in quest'Europa. Abbiamo i mali del commercio della droga, abbiamo i mali del commercio delle armi, abbiamo il pericolo permanente della violenza. La violenza č un no ai diritti della persona umana, la violenza č la negazione del razioncinio, della discussione, del dialogo, la violenza č un no alla persona, alla sua dignitŕ, e pure questo pericolo non ci riusciamo ancora tolto di tutto.
Io ho avuto la presenza del ministro dell'interno quando nella mia patria vi era ancora l'esplosione del terrorismo.
Voi che siete usciti da fatiche e sofferenze enormi di piú di quarant'anni, sapete cosa vuol dire quando manca la pace, o quando manca il senso della sicurezza. Quante volte ho ripetuto, io di nuovo ripeto fra noi, di fronte a questi mali, che aggrediscono la persona, nessun paese vince da solo. Occorre una grande solidarietŕ, occorre un grand'impegno per lottare contro questi mali, mali di aggressione, mali di disoccupazione, mali di non benessere ancora raggiunto.
Ma nessun paese perde da solo, perchč in questa comunitŕ di Europa e del mondo se qualche paese cade sotto la violenza o sotto qualche altro male, travolge anche gli altri.
Occorre un grande senso di solidarietŕ, siamo esseri umani eguali nella capacitŕ di soffrire, nella capacitŕ di godere. Siamo in fondo sulla stessa barca.
Abbiamo bisogno di sentira, la solidarietŕ, abbiamo bisogno di sentire la fraternitŕ, questo termine č scritto nella proclamazione dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite del 1948.
Fraternitŕ č un tema cosí semplice, cosí evidente e a volte diventa cosí faticoso.
Vi auguro di essere un assemblea che abbia la forza della veritŕ, non spaventano i pensieri diversi, il vedere diversamente la realtŕ, l'essere posizione politica che dŕ delle angolature di vista e di esame della realtŕ diversa, spaventa se qualcuno dice una cosa e ne pensa una diversa, se qualcuno dice solo una parte delle cose che pensa; se gli uomini hanno il coraggio della veritŕ e della sinceritŕ, il dialogo puó essere fatto sempre anche fra gli schieramenti piú lontani quando si pensa che ognuno ha un compito che č eguale per tutti, quello di pensare al bene del proprio popolo. Ognuno ha un compito, si puó far sintesi quando si ha questa visione particolarmente chiara.
Ve l'auguro, ve l'auguro con grande cuore, con grande solidarietŕ.
Ve l'auguro sulla base di quest'amicizia che, sono convinto, sia il fondamento piú importante e vorrei sperare che rappresenti l'amicizia fra i nostri popoli un esempio anche per altri popoli in questa Europa.
Ancora un pensiero.
Si č parlato un certo tempo di caduta delle ideologie, io penso che senza delle idee, come punti di riferimento, e senza dei grandi ideali non si fanno passi nella storia della civiltŕ. Cadono le ideologie che sono in contrasto con l'uomo, con la sua dignitŕ, con i suoi diritti. Quelli che sono in favore dell'uomo, che rispettano la persona umana, che la valorizzano, che la proteggono, non cadranno mai.
A queste noi ci appelliamo, su queste noi fondiamo la nostra unione, la nostra amicizia, la nostra alleanza, sui concetti di libertŕ, sui concetti di giustizia, fondamenti entrambi della pace.
Gli uomini, singoli e come popoli, hanno diritto alla pace.
Chi turba la pace si carica la coscenza di una delle colpe maggiori che vi siano.
Quest'assemblea ha, insieme alle assemblee libere di quest'Europa, il compito di difendere libertŕ e giustizia per portare alla pace. Questo č un augurio, questo č un impegno, questo č il piú bel fondamento dell'amicizia tra i nostri popoli.
Grazie, signori.

 

 

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